Ferma, con il rosso. A un certo punto arriva un omino che vuole lavarmi i vetri.
Sorrido facendo no con la testa. «Ma no», proprio lo dico. «No. No.» Con la testa, pure con il dito e proprio lo dico: «No! Davvero. No, grazie», gli dico. Ma sempre sorridendo.
Lui insiste. «No, per favore, non è il caso».
Ma lui si avvicina sempre di più con quella sua bottiglietta, pronto per spararmi il sapone. «NO!» Urlo. «Ho detto no!!» No ed è vicinissimo, anche con la spugna lavavetri nera sporca zozza, ma sporca, sporca proprio. Uno di fianco a me, in macchina con il finestrino aperto, mi guarda e girandosi verso la moglie commenta con un «esagerata».
Allora dico al mio omino che mi vuole lavare il vetro che il signore lì di fianco lo sta chiamando. «Vada, vada dal signore».
Quello mi sente e dice no. No con la testa, l’omino si avvicina. «No», proprio detto il no.
«No lo lavi a lei». «Ma a lei io?» penso. «A me?! Ma siete cretini tutti e due?»
Io mi sporgo per dire « Ma senta, ma sec..» E mi piglio tutto il sapone sugli occhiali.
Adesso è troppo. Scendo.
L’omino del vetro si spaventa.
L’altro mi guarda, la moglie mi guarda. Quelli dietro mi guardano.
Mi guardo intorno e mi stanno guardando proprio tutti.
Io mi pulisco gli occhiali dal sapone indelebile, l’omino vuol passarmeli con l’affare per pulire i vetri, quello sporco zozzo. «No», gli dico, «Per favore no». Li piglia. «No, che si rompono. Nooo». Li passa con l’affare sporco. Il tizio ride. A quel punto io lo mando a fare in culo.
Quello scende. La moglie cerca di fermarlo e lo chiama. Scatta il verde.
Io sono in piedi, quello è in piedi. L’omino è in piedi con i miei occhiali in mano. Dietro suonano. La moglie scende. L’omino dei vetri ripassa velocemente i miei occhiali e se li mette. Approfitta e lava il vetro al tipo sceso della macchina, che si arrabbia, gli vuole strappare di mano il lavavetri. L’omino, che è piccolino, lascia la presa e il manico della spugna lavavetro parte all’indietro colpendo la moglie del tipo sceso dalla macchina. La moglie urla, io sono di fianco a lei. Lui il marito pensa che io le abbia dato un pugno. «Dove sono gli occhiali? Uh! Madonna questa sanguina». Il marito ha tutta l’aria di uno che mi vuole menare di brutto, mi indica con il dito, urla e cerca sostenitori tra gli altri automobilisti. Dietro continuano a suonare, alcuni altri scendono e vengono a vedere cosa succede. Scatta di nuovo il rosso. Altri ancora suonano. La moglie si accascia a terra, probabilmente con il naso rotto. «Oh, mio Dio». Io sono senza occhiali, vedo male e non ci sto capendo più niente. Uno dice che chiama la polizia. Il marito un po’ guarda la moglie ferita, un po’ mi minaccia. Lei lo tiene da terra per il pantalone e gli dice che è stato lui.
Lui si arrabbia. Si mettono a litigare, lei da terra e lui in piedi. Poi lui se la prende con me, io, secondo lui, non dovevo far altro che farmi lavare i vetri e stare zitta e ci risparmiavamo tutto sto casino. «Ma sei scemo!». Nervosismo a livelli altissimi, la moglie lo tiene e lo sporca tutto di sangue di naso. Uno arriva dal fondo per difendermi. I due discutono. La moglie mi guarda, o almeno credo che stia guardando me, anche perché io senza occhiali non è che veda molto… Verde. Anche i pedoni si avvicinano. Oddio che ansia. Gente tutta intorno, sangue di naso, io che mi muovo un po’ di qua un po’ di la. Rosso. Marito e moglie litigano. La moglie prova a tirarsi su. Scatta il rosso e l’omino dei vetri intanto ne approfitta per pulire i vetri sporchi di quelli che non sono scesi, così che chi è in macchina possa vedere meglio. Alcuni proprio lo chiamano.
Ci sono almeno dieci persone in piedi in mezzo alla strada.
Scatta il verde. Tutti che suonano. Gli anziani sono tutti in fila sul marciapiede. E si confrontano.
Passano dei vigili, vedono la confusione e si fermano. Si avvicinano. Io ero solo uscita un attimino ino ino sono senza borsa, senza documenti, senza occhiali, e quindi non potrei guidare. La cosa si complica. Porca miseria. La signora a terra forse ha perso i sensi.
Il tipo che mi voleva difendere e l’altro stanno per picchiarsi.
L’omino dei vetri è ormai milionario.
Oh. ciao. Grazie di tutto, ora devo proprio andare. «Ciao, ciao, ciao, grazie, scusi. Arrivederci».
Vi starete chiedendo, te ne sei andata così?
Si, sono risalita in bici, ho tolto il cavalletto e me ne sono andata. Dio che ansia.